La Primavera 2019 è stata contrassegnata da una serie di incontri ed iniziative dedicate alla dipendenza più diffusa oggi tra i giovani, ovvero la dipendenza “digitale”, per allertare e sensibilizzare i giovani circa i rischi che corrono trascorrendo troppo tempo sui social network.

Welfcare si è attivato su questo fronte, organizzando corsi rivolti ai giovani, come IComm che si è svolto presso il Polo di San Bonifacio, programmando incontri con gli studenti degli Istituti Comprensivi di Parona e del Saval (come potete leggere in questo articolo), ed organizzando eventi informativi.

Quello di cui vi raccontiamo in questo articolo, è l’incontro avvenuto il 28 febbraio 2019 intitolato “EduCARE all’Indipendenza”,  svoltosi presso la Sala Polifunzionale del Saval, con la partecipazione di Don Mazzi, che da anni si confronta con i giovani e le dipendenze e che  ha condiviso con noi esperienze e suggerimenti su come migliorare il dialogo con i giovani, soprattutto se in età adolescenziale.

Avere Don Mazzi come ospite, insieme al Dott. Valter Drusetta, l’Ass. Stefano Bertacco e il Presidente di Sol.Co. Verona, Matteo Peruzzi, è stato un vero piacere ed un’occasione di riflessione e incontro. 

L’intervento di Don Mazzi è stato molto coinvolgente, i racconti e le esperienze personali che ha portato sono stati veramente esemplificativi dei rischi in cui incappano i giovani, anzi giovanissimi, perchè oggi purtroppo si parla di ragazzi di età compresa tra i 10 e 14 anni, ragazzi in età pre-adolescenziale che troppo spesso si stanno rifugiando in tipologie diverse di dipendenze.

Secondo il nostro ospite, oggi le difficoltà che gravano sui giovani non sono molto diverse da quelle che li colpivano anni fa, ovvero la solitudine e l’isolamento. Se ieri la risposta alla solidutine la si trovava spesso rifugiandosi nella droga, oggi i giovani si rifugiano negli smartphone, nella tecnologia, nei social network, che, nonostante nascano per creare connessioni tra persone che hanno interessi in comune, finiscono per isolare i più giovani che danno molta più importanza alla loro apparenza e alle relazioni online, rispetto a scoprire chi sono realmente e intessere vere relazioni personali con l’altro.

L’isolamento, quindi, e la solitudine sono secondo Don Mazzi, i mali che affliggono i giovani e la lezione che ci vuole dare è molto semplice: “servono più amore e più ascolto tra di noi, nei confronti dei propri figli, perchè la vita non si può affrontare da soli, a nessuna età”.

Don Mazzi propone una soluzione che potrebbe sembrare banale, ma oggi purtroppo non è così scontata, ovvero rimanere uniti, e comportarsi come una grande famiglia, incoraggiando genitori, educatori ed insegnanti a creare una rete di supporto per questi giovani, sulla quale loro devono poter contare.

Durante l’intervento ci viene rivelato che l’età più difficile oggi è compresa tra 10 e i 14 anni, e quando un intervento dal pubblico chiede perchè questa sia l’età più ostica, Don Mazzi risponde “perchè questi ragazzi che hanno tutto, dal cellulare al computer, comunicano con chi è lontano, ma non si accorgono più di un abbraccio, di un sorriso, di una carezza di chi è vicino. Le relazioni” aggiunge “si fanno con la presenza, non possono essere solo virtuali. I ragazzi hanno perso la consapevolezza che i rapporti veri sono fatti di pazienza, ascolto e di confronto”.

Una seconda parte dell’intervento è stata poi dedicata ai genitori, genitori che non devono essere lasciati soli nell’educazione e nella crecita dei propri figli, ma che necessitano di rete e di supporto, di strumenti per instaurare dialoghi costruttivi con i ragazzi, soprattutto se in età pre-adolescenziale.

I partecipanti all’evento sono stati molto colpiti dalle parole del Dott. Drusetta e di Don Mazzi, hanno condiviso le loro parole, e sono intervenuti a più riprese con domande e con la richiesta di diversi consigli su come affrontare le diverse situazioni. Si è trattato di un momento di riflessione, di confronto, un momento costruttivo cui hanno partecipato sia genitori che più giovani, contesto in cui sono stati affrontati con energia e voglia di cambiamento temi tavolta difficili da trattare come la dipendenza e la solitudine.