Il Welfare Community Manager è una nuova figura professionale che unisce in sé moltissime competenze, nate da anni di esperienze diverse e ricche di insegnamenti, necessarie a riattivare e animare la comunità, ascoltando bisogni delle persone, creando reti e progettando soluzioni che siano il più inclusive possibile.

Dopo un’attenta selezione, per la quale sono stati inviati più di 100 curricula e alla quale hanno partecipato circa 30 persone, sono state individuate 5 ragazze che più di tutti presentavano le caratteristiche ricercate per questa nuova figura professionale.

Ma ora conosciamole un po’ meglio con qualche domanda!

Siamo partiti per questo viaggio dal Polo Borgo Roma, per fare quattro chiacchiere con la WCM Eleonora Mincio. Le abbiamo chiesto che cos’è un WCM: “Il WCM è una figura che ha il compito di esserci, di osservare, animare e attivare la comunità con l’intento di sviluppare benessere comunitario e rispondere ai bisogni sociali. Insomma, attivare strategie di supporto per la conciliazione vita-famiglia-lavoro.”

 E dopo averci confidato che WelfCare per lei significa “benessere: prendersi cura della comunità”, le abbiamo chiesto di condividerci una frase per lei particolarmente di ispirazione, ovvero “Costruire” di Nicolò Fabi:

“Nel mezzo c’è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire

Dopo aver salutato Eleonora sulle note di Fabi, ci siamo spostati nel Polo di Parona, dove abbiamo incontrato la WCM Deina Centomo, a cui abbiamo chiesto di spiegarci il progetto WelfCare dal suo punto di vista:

“Per me WelfCare significa promuovere il benessere e la coesione sociale delle persone che vivono in un territorio, attraverso la promozione di valori quali la reciprocità, il bene comune, la solidarietà e la partecipazione.

Sapete qual è il suo film del cuore? Little Miss Sunshine, per questo particolare messaggio: «Il mondo si divide in due categorie: i vincenti e i perdenti. Dentro ognuno di voi, nessuno escluso, alla radice stessa del vostro essere, c’è un vincente che aspetta di essere svegliato e sguinzagliato per il mondo!»

E con questa immagine ci siamo spostati per andare ad incontrare la terza WCM di questo viaggio.

Non siamo andati molto lontano perché vicino a Parona c’è un’altra importante sede WelfCare: il Polo del Saval, gestito da Michela Garofalo:

Per me WelfCare significa prendersi cura del Benessere di una Comunità, aiutandola a trovare risposte e a far emergere risorse che consentano a tutti di raggiungere un equilibrio, in tutti gli aspetti della propria vita”.

Così ci ha spiegato Michela il progetto. E tra le sue tante esperienze, ci ha raccontato di un viaggio particolare a Londra, che l’ha colpita particolarmente e ha condiviso con noi il suo motto: “Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia!”. E come non essere d’accordo?

Dal Saval ci siamo spostati ad est del comune di Verona per intervistare, nel Polo di San Bonifacio, la WCM Alicia Borragán Pedraz.

Alicia ci ha svelato che per lei essere WCM significa “occuparsi di un progetto di conciliazione vita-lavoro-famiglia e, in concreto, aiutare i Sambonifacesi a vivere una vita in conciliazione tra il loro lavoro e la loro famiglia.” E WelfCare? “Welfcare è Comunità. Perché solo insieme e in collaborazione si può vivere bene e in pienezza tutti i tanti aspetti della nostra vita (figli, genitori, tempo libero, lavoro, casa, ecc.).”

Anche Alicia ha voluto condividere con noi il racconto di un viaggio di volontariato tra Costa Rica, Ecuador, Perù e Brasile: un viaggio di auto-conoscenza, di riflessione, di lentezza e di altruismo.

E con le parole di, Rabindranath Tagoreche, Alicia ci saluta: “Se piangi per aver perduto il Sole, le lacrime non ti permetteranno di veder le Stelle

Il nostro tour si è concluso nel comune di Villafranca, perché nel Polo di Dossobuono abbiamo incontrato Lucia Cometti, per farci raccontare il progetto dal suo punto di vista:

“Per me WelfCare significa sviluppo di comunità: andare insieme alla scoperta delle esigenze del nostro contesto, disegnare insieme proposte di soluzioni e acquisire insieme la forza di vederle realizzate.”

E anche Lucia ha raccontato di un viaggio particolare per lei: il pellegrinaggio verso Santiago de Compostela. Due cose ha imparato da questo viaggio, che vuole condividere: la strada percorsa è più importante della meta, e nella vita nessun ostacolo è insormontabile, se impari ad affidarti ai tuoi compagni di viaggio.”

“Vi saluto con le parole del responsabile delle Risorse Umane al World Economic Forum, Paolo Gallo:

Se scegliamo consapevolmente, non faremo un lavoro ma saremo il lavoro che facciamo”.

Ora che, con qualche domanda, le abbiamo conosciute meglio non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserveranno nei prossimi mesi di attività!

PS: Anche tu nella vita hai un motto? Vuoi condividerlo con noi?