Il Polo di Villafranca è stato luogo di vera e propria innovazione: grazie alle diverse realtà del territorio, al lavoro della Welfare Community Manager Lucia Cometti e alla collaborazione di Stefano Pratesi di Be4Social, è stata portata in questo territorio una prima esperienza di progettazione nata dal basso, attraverso l’organizzazione di quello che poteva sembrare un semplice aperitivo, ovvero Spritz-Lab!

Per questo motivo abbiamo chiesto a Lucia di raccontarci di più, iniziando da dove è nata l’idea di organizzare questa iniziativa.

L’idea dello Spritz Lab è il primo passo di un intento di più grande respiro.” Ci racconta Lucia “La Fondazione Piccola Fraternità si trova a Dossobuono, in piazza don Girelli: su questa piazza si affacciano diverse realtà, associative e non solo, che con le loro attività supportano le famiglie in momenti diversi della loro vita – dall’infanzia

(la scuola materna e le primarie dall’altra parte della strada) all’anzianità e disabilità (la Fondazione Piccola Fraternità) passando per attività aggregative di vario genere (organizzate dalla parrocchia, dal Circolo NOI e dalla Cooperativa Tangram negli spazi del Centro Giovanile). Così il nostro polo si è chiesto: come facciamo a “mettere a sistema” queste realtà, che di fatto svolgono tutte un servizio per la famiglia? Come valorizzare le attività di tutti e fare in modo che gli abitanti vedano in questa “piazza” uno spazio effettivamente dedicato alla comunità?”

Per rispondere a questa domanda è stato quindi organizzato un workshop di co-progettazione al quale sono state invitate proprio le realtà che popolano la piazza. Con l’aiuto di Stefano Pratesi, per la prima volta queste si sono confrontate sugli obiettivi che le caratterizzano e gli ostacoli che affrontano nel perseguirli, ed è emerso un dato entusiasmante: ogni realtà ha riconosciuto di avere una missione che supera l’organizzazione delle attività ordinarie, ovvero  favorire l’aggregazione e “fare comunità”.

Tutte poi hanno espresso uno stesso problema: la difficoltà di raccogliere i bisogni delle persone, soprattutto degli adulti, target particolarmente difficile da intercettare. Con questi due punti in comune, i soggetti intorno al tavolo hanno deciso di affrontare insieme una sfida: uscire sul territorio e provare a conoscere le esigenze degli abitanti, portando quindi all’organizzazione di Spritz-Lab, rivolto agli adulti.

L’incontro è stato realizzato sotto forma di un aperitivo domenicale aperto a tutta la comunità e ospitato negli spazi del Circolo NOI. Tra una chiacchiera e l’altra, grazie alla facilitazione di Be4Social, i partecipanti hanno potuto giocare con i Lego: la sfida era costruire con i mattoncini la “Dossobuono che desiderano”. Una volta terminato, erano invitati a fare una breve videointervista per raccontare il significato del loro prototipo…e poi a tornare al tavolo del buffet!

Utilizzare i lego in questi particolari contesti rappresenta un ottimo strumento per l’emersione dei bisogni. Utilizzando questi coloratissimi mattoncini si riescono ad esprimere concetti che normalmente sarebbe difficile comunicare a parole: rappresentare un prato fiorito, o una piastra per giocare a pallacanestro trasmette più delle parole che si potrebbero usare per esprimere un bisogno, perché comunicano una sensazione, negli esempi di prima di tranquillità o dinamicità.

Abbiamo chiesto a Lucia quale fosse stato secondo lei l’aspetto innovativo, poi rivelatosi anche vincente?

L’aspetto vincente è sicuramente stato la formula utilizzata. Il nostro obiettivo da una parte era incontrare più persone e raccogliere più input possibili, dall’altra comunicare da subito la nostra volontà di fare comunità: il format dell’”aperitivo di co-progettazione” ci ha permesso di raggiungere entrambi i risultati. In fondo, non c’è niente che aggreghi come uno spritz!”

Gli adulti che volevano sperimentare i Lego inoltre avevano a disposizione un tempo molto limitato (15-20 minuti al massimo): un impegno non eccessivo che ha dato modo di avvicinarsi anche ai più sospettosi e che ha permesso a tutti sia di partecipare che di dedicare il resto del tempo a chiacchierare con gli amici, dando comunque a noi il permesso di raccogliere un grande numero di idee.

Welfcare ovviamente non è stato l’unico promotore di questa iniziativa.

La cosa più bella di questa iniziativa è stata proprio lavorare “a sistema” con tutte le realtà che hanno deciso di intraprendere con Welfcare questo percorso alla scoperta dei bisogni della comunità. La parrocchia di Dossobuono ci ha dato gli spazi e supporto durante tutto il processo; il Circolo NOI ci ha ospitato presso il suo bar e si è occupato in tutto e per tutto dell’organizzazione dell’aperitivo; il direttivo della Piccola Fraternità ha contribuito nella raccolta dei contatti degli interessati; la Cooperativa Tangram ha organizzato attività di animazione dedicate ai bambini per lasciare i genitori “liberi di giocare” con i Lego. Non avremmo potuto realizzare l’evento senza la collaborazione di tutti questi soggetti, che si sono seduti insieme a noi a un tavolo, hanno partecipato a tante riunioni serali e hanno comunicato l’iniziativa con tutti i loro mezzi.”

Il sogno più ricorrente che è emerso da questi micro-progetti è uno spazio verde dove stare in compagnia e comunicare. È stato sicuramente un risultato soddisfacente che conferma che l’aggregazione è il grande obiettivo da perseguire; inoltre è un dato diventato fonte di grandi spunti per la partenza di un percorso di valorizzazione dello spazio verde parrocchiale che si trova nella piazza, sempre in collaborazione con le altre realtà della piazza.