Intervista a Chiara Bebber: come nasce Welf-care e l’idea di servizi di rete a supporto delle donne lavoratrici e non solo.

Prendersi cura della famiglia è tradizionalmente compito delle donne: cura dei figli, delle persone anziane, delle faccende domestiche sono mansioni che si aggiungono agli impegni lavorativi di tutti i giorni.
Incarichi che lasciano poco tempo per sè e che – per quasi il 30% – costringono le donne ad abbandonare il posto di lavoro per occuparsi delle persone che hanno in cura.

L’ultimo progetto sviluppato da Chiara Bebber per il Consorzio Sol.Co. Verona, si occupa proprio di questo: creare le condizioni per una nuova rete di supporto a sostegno delle donne e di tutti coloro che vivono una condizione di difficoltà.
Persone che si fanno carico della nuova realtà aggiuntiva ad una quotidianità già complessa e faticosamente gestibile (conciliazione lavoro, casa, il resto della famiglia ) con dispendio di energie e risorse fisiche e psichiche che non vengono reintegrate in alcun modo.

Il progetto Welf-care che non si limita quindi all’offerta di servizi, ma mira alla creazione di nuovi legami, sinergie, connessioni tra risorse istituzionali, formali e informali al fine di promuovere il benessere della persona e della collettività.

Una soluzione concreta che risponde in maniera articolata e differenziata a bisogni espressi dal territorio, che parte da 5 poli territoriali (3 a Verona, 1 a Villafranca e San Bonifacio) come punto di incontro per tutti coloro che non hanno una rete primaria a sostenerli nelle incombenze di tutti i giorni.